La questione terrorismo internazionale, dopo l'undici settembre 2001 e tutto ciò che ne è seguito e ne sta seguendo, non può che essere il riferimento obbligato di questo numero della Rivista, quale elemento di minaccia di straordinaria pericolosità e forza destabilizzante.
Una rivista quadrimestrale come Per Aspera ad Veritatem non può evidentemente (e probabilmente non deve) assumere a proprio parametro l'attualità, intesa come il mero susseguirsi di fatti ed episodi, che nell'età dell'informazione rivestono ormai la forma di news h24 destinate ad essere vissute, consumate, superate nell'arco di ore o al massimo di giorni, con l'impatto emotivo di uno spot. Un momento di riflessione più diluito nel tempo, come lo spazio che abbiamo l'opportunità di offrire ai nostri lettori, va in direzione di una prospettiva più ampia, cerca maggiore respiro e spessore, oltre quella dimensione da breaking news che, pur rivestendo una sua ovvia utilità, tende inevitabilmente ad appiattire, a determinare l'agenda psicologica delle priorità solo sulla base del fatto nuovo, secondo una logica cui non di rado inevitabilmente sfugge la complessità. Proprio la complessità ci pare un concetto centrale. L'emergere di un problema "nuovo", o di un vecchio problema che si manifesta in modo inatteso, non cancella le altre grandi questioni fino a ieri sul tavolo di lavoro. Anzi, più ci capita di riflettere più siamo convinti che le minacce si intrecciano, si globalizzano, si mimetizzano in mille forme che spaziano dal piano legale a quello non legale, rendendo ardua l'attività prima di comprensione poi di contrasto. Muovendo da questa complessità, e dalla necessità di mantenere un orizzonte ampio, abbiamo chiesto ai nostri collaboratori di questo volume di riflettere sul terrorismo "insieme" alle altre cose che da tempo costituiscono priorità nell'agenda dell'intelligence. E' proprio questo il caso dell'intervista ad Alessandro
CORNELI, che apre questo numero, sul tema della globalizzazione e dell'antiglobalizzazione, ma anche dei contributi che riteniamo estremamente interessanti di
CUNEO, sulla protezione dei sistemi tecnologici, e di
SAVINA, sul sistema finanziario globalizzato, argomenti ancora "di frontiera" nella cultura della sicurezza del nostro Paese. Più centrati sul tema terrorismo sono invece i lavori di
PISANO, orientato all'aspetto della disinformazione, e di
PIACENTINI, che costituisce lo sviluppo dell'eccellente analisi già pubblicata sul numero 20 della Rivista sui
Paesi del Golfo e dell'Asia Centrale, completata alla luce degli eventi terroristici del settembre 2001. Al tema terrorismo si collega direttamente la documentazione pubblicata in Parte Terza, testimonianza di una risposta preventiva e repressiva che deve trovare un suo quadro di riferimento giuridico e normativo e che ha trovato forme efficaci e tempestive sia attraverso strumenti della
comunità internazionale, sia mediante provvedimenti dell'Unione Europea e del nostro
Parlamento nazionale. Un interessante spaccato, anche umano, di ciò che si muove all'interno e intorno all'organizzazione di Bin Laden emerge dagli atti del Tribunale di New York, che pubblichiamo in stralcio in Parte Terza, contro gli autori degli attentati alle ambasciate USA in
Kenya e Tanzania nel 1998.
Una pagina speciale, secondo la tradizione, la Rivista dedica all'apertura dell'anno accademico della Scuola di Addestramento del SISDe. Il 20 dicembre 2001, alla presenza del Ministro dell'Interno Claudio SCAJOLA, il Direttore del SISDe, Prefetto Mario MORI, da pochi mesi al vertice dell'organismo, ha tracciato le linee cui tenderà l'attività del Servizio nel prossimo futuro, durante una cerimonia come sempre sobria e resa intensa dalla prolusione di Igor MAN sul tema della minaccia terroristica sul versante del radicalismo islamico.
Il lettore sa che da tempo la Rivista segue la tematica della possibile Riforma del sistema di intelligence nel nostro Paese. Mentre riproponiamo, anche in questo volume, un prospetto delle diverse iniziative parlamentari finora poste all'attenzione del
Parlamento, ci è sembrato interessante dare spazio ad un analitico lavoro di Guglielmo
ROMANO, che ha inteso focalizzare, in modo efficace, il versante dei rapporti tra comunità d'intelligence e Parlamento, nell'esperienza finora maturata e nelle possibili evoluzioni future (pubblicato in Parte Prima).
Lo sguardo sull'intelligence all'estero si rivolge in questo numero ad un paese vicino e amico, membro dell'Unione Europea, la
Repubblica Greca. L'analisi dell'organizzazione e dei compiti del sistema di sicurezza nazionale nella penisola ellenica, snodo strategico dello scenario geopolitico, offre non pochi spunti di interesse.
La parte delle recensioni si apre con una intervista a Mimmo FRANZINELLI sul suo ultimo lavoro "
Delatori", che costituisce il più recente tassello di una serie di importanti studi storici sulla realtà del ventennio fascista, diversi dei quali la Rivista ha già avuto modo di segnalare in passato. E' certamente interessante leggere le considerazioni che l'Autore propone sul tema della segnalazione/denuncia anonima, spunto non solo di conoscenza storica ma fonte di significativi elementi di riflessione psicologica e sociale.
Anche altri lavori abbiamo ritenuto utile segnalare al lettore. Diversi editi solo all'estero, ma recuperabili in qualche modo anche nel nostro Paese, altri di cui molto si sono occupati critici e mass media, come il lavoro di
BAGET BOZZO sull'Islam e quello di
Ralph DAHRENDORF sul futuro della democrazia.
Pagine assai celebri proponiamo, infine, nella parte delle curiosità storiche, opera di un Autore "monumento" della letteratura mondiale, Joseph
CONRAD, che ci piace ricordare con uno dei capolavori con il quale tutto il mondo delle spy stories ha dovuto prima o poi fare i conti nella letteratura come nel cinema.